Groenlandia, c'era una volta l'isola del ghiaccio: boschi, zanzare, crolli e frane per il cedimento del permafrost

Gli inviati di 3B Meteo hanno documentato la metamorfosi. Paolo Corazzon: «Un dramma». Samuele Catanese: «Renne e balene disorientate»

Groenlandia, c'era una volta l'isola del ghiaccio: boschi, zanzare, crolli e frane per il cedimento del permafrost
di Stefano Ardito
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Mercoledì 19 Luglio 2023, 11:50 - Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 07:44

Anche i meteorologi, a volte, si commuovono. Paolo Corazzon, volto della televisione e del sito specializzato 3BMeteo, lo fa su un lastrone di ghiaccio nei pressi di Ilulissat, sulla costa occidentale della Groenlandia.

Scivola e ritrova l’equilibrio, osserva i piccoli iceberg al largo, riflette su come il cambiamento del clima stia trasformando l’isola più grande e più fredda del pianeta. Nello scorso giugno, sei inviati di 3B Meteo (oltre a Corazzon c’erano il fondatore del sito Sergio Brivio, il meteorologo Luca Pace, i comunicatori Vanessa Minotti, Isacco Emiliani e Samuele Catanese) hanno visitato questa terra remota e magica, per raccontarla con testi, fotografie e video. Il sito groenlandia.3bmeteo.com, creato per l’occasione, ha raccolto quasi mezzo milione di visite. «Non abbiamo fatto ricerca scientifica, siamo dei testimoni, venuti per documentare e raccontare. Abbiamo trovato una bellezza straordinaria, che ci ha emozionato. E i segni di una trasformazione drammatica, che coinvolge il paesaggio, gli animali e l’uomo», spiega Paolo Corazzon dopo il ritorno in Italia.

I DATI

L’Artico, che include la Groenlandia, è tra le parti della Terra dove gli effetti del cambiamento climatico appaiono con maggiore evidenza. Nell’ultimo mezzo secolo, ogni anno, si sono sciolti 37.000 chilometri quadrati di ghiaccio. Il totale, quasi due milioni di chilometri, equivale a sei volte le mezza a superficie dell’Italia. «Nella nostra missione, da un piccolo aereo o da una nave rompighiaccio, abbiamo visto ghiacciai che si fondono a una velocità impressionante, colorati dall’azzurro di laghi e torrenti che velocizzano lo scioglimento. Abbiamo visto affiorare delle vette rocciose che prima erano nascoste dal bianco. Molti ghiacciai della Groenlandia non arrivano più al mare, e gli iceberg che si staccano sono sempre più piccoli. I segni del cambiamento sono evidenti e drammatici», conclude il meteorologo Corazzon. Samuele Catanese, social media specialist del gruppo, snocciola dati impressionanti. «Le temperature invernali sono salite di 15/25 gradi, invece che a 40 si arriva a 20 gradi sottozero, e per la Groenlandia questo è un caldo tremendo. Accanto alla costa la banchisa, la lastra di acqua marina ghiacciata, non si forma più da ottobre a maggio ma solo a gennaio e a febbraio.

Sono cambiate le abitudini delle renne, che migrano nell’entroterra per avvicinarsi ai ghiacciai, e delle balene che si avvicinano alla costa già in primavera».

IL SUOLO

Questi fenomeni, in pochi decenni, hanno trasformato la vita degli Inuit, gli indigeni che sono quasi il 90% dei 56.000 abitanti dell’isola. Anche nella stagione fredda si va a pesca con le barche invece che con le slitte, e le navi che in passato dovevano gettare l’ancora al largo ora arrivano fino alla costa e ai porti. Anche molte case, e interi centri abitati, vanno in malora. Sulle Alpi, come sull’Himalaya, lo scioglimento del permafrost, lo strato del terreno ghiacciato al di sotto della superficie, causa crolli e frane sempre più grandi e frequenti. «A Ilulissat e a Kangerlussuaq abbiamo visto edifici sprofondati e abbandonati perché il suolo è diventato più tenero. Lo scioglimento del permafrost crea delle pozze di acqua stagnante, e allaga intere zone dei villaggi», racconta Catanese. Alcuni cambiamenti nel paesaggio, come la crescita di qualche boschetto di abeti, possono far sembrare la Groenlandia di oggi più accogliente. Così l’isola sembra somigliare alla Groenland, la “terra verde” di cui parlava intorno al Mille il suo scopritore Erik il Rosso (gli storici sostengono che fosse solo del marketing, per attirare fin lì dei coloni).

I COMPORTAMENTI

Tra la primavera e l’estate, l’aumento delle zanzare è una conseguenza meno gradita. Gli inviati di 3BMeteo hanno fatto i reporter ambientali, hanno osservato il paesaggio intorno a loro. «Sulle rocce mi hanno impressionato le strisce chiare, da cui i ghiacciai si sono ritirati da poco», spiega ancora Samuele Catanese. «Camminare per le vie di Ilullisat con degli enormi iceberg galleggianti sullo sfondo ha creato un’atmosfera meravigliosa e surreale. Anch’io, però, sono rimasto stupito dalla velocità con cui si stanno manifestando i cambiamenti del meteo e del clima», aggiunge il meteorologo Luca Pace. È possibile fare qualcosa per fermare la trasformazione della Groenlandia? Il meteorologo Paolo Corazzon sa bene che non è facile. «Purtroppo è difficile, se non impossibile, invertire il trend in atto, i cui effetti saranno ancor più evidenti nei prossimi decenni. Per aiutare l’ecosistema della Terra tutti dovremmo iniziare a tenere un comportamento più consapevole con l’obiettivo di ridurre i gas serra. La CO2, principale responsabile del riscaldamento globale, è presente in tutte le attività quotidiane. Si tratta di limitarle, scegliendo per esempio un’alimentazione più sostenibile, e riducendo il consumo di alimenti di origine animale a favore dei vegetali».

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