Mafia a Bari, il ministero valuterà lo scioglimento del Comune. Scontro Pd-Centrodestra

Mafia a Bari, il ministero valuterà lo scioglimento del Comune. Scontro Pd-Centrodestra
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Mercoledì 20 Marzo 2024, 09:13 - Ultimo aggiornamento: 12:05

“Rimaniamo basiti rispetto alle modalità con cui il ministro Piantedosi ha annunciato la nomina della Commissione per la verifica dello scioglimento del comune di Bari. Una scelta che arrivando a tre mesi dalle elezioni sembra molto politica, facendo seguito all’iniziativa di alcuni parlamentari della destra e di due membri del governo e non avendo nemmeno esaminato la documentazione presentata dall’amministrazione del sindaco Decaro. Non si era mai visto ed è molto grave”. Lo afferma la segretaria del Pd Elly Schlein dopo la decisione del Viminale di valutare lo scioglimento del Comune in seguito alla maxi inchiesta che ha scoperchiato rapporti tra mafia ed elezioni politiche del 2019.

«Solidarietà al sindaco Decaro che difende la sua città» aggiunge Matteo Ricci, presidente nazionale di ALI, Autonomie Locali Italiane, sindaco di Pesaro e coordinatore dei sindaci dem. «In questi anni Decaro e la sua amministrazione - prosegue - sono state un baluardo contro l'illegalità, Decaro l'ha pagata anche personalmente, con la scorta che da anni è costretto ad avere proprio per le battaglie contro l'illegalità che ha fatto nella sua città. L'atto di Piantedosi non è l'atto di un Ministro dell'Interno ma è l'atto di chi prende ordini di partito, da parlamentari pugliesi che non hanno chance di vincere le elezioni a Bari e che utilizzano il Ministero dell'Interno per creare confusione e danneggiare i cittadini baresi.

Il Ministro dell'Interno è inadeguato a svolgere il ruolo che sta svolgendo, fa politica invece di garantire le regole com'è suo dovere fare». 

«Ciò che è accaduto oggi segna un punto di non ritorno nella storia politica del nostro Paese. Mai, prima di oggi, un Governo, un Ministro dell’Interno, avevano osato utilizzare i propri poteri amministrativi per combattere gli avversari politici e vincere una competizione elettorale. Quello che ha fatto il Ministro Piantedosi ai danni del Comune di Bari è un atto di una violenza e di una gravità inaudita»: così i parlamentari pugliesi del Partito Democratico Marco Lacarra, Ubaldo Pagano e Claudio Stefanazzi.

«E’ evidente a tutti - proseguono - che non esiste nemmeno l’ombra di un solo presupposto per verificare l’ipotesi di scioglimento del Comune. Il Ministro ha dimostrato di aver ignorato platealmente le parole del Procuratore distrettuale antimafia Rossi, quando ha affermato pubblicamente che l’amministrazione comunale è estranea ai fatti contestati ed è sempre stata impegnata pervicacemente nella lotta alla criminalità organizzata. Non solo, Piantedosi ha scelto di ignorare completamente i fatti: ossia che i consiglieri arrestati nell’ambito dell’inchiesta non sono stati eletti nelle liste a sostegno dell’attuale maggioranza, ma di quelle dell’opposizione al governo cittadino. Insomma, l’unica voce che ha voluto ascoltare e servire è quella dei parlamentari di centrodestra che hanno chiesto e ottenuto un commissariamento politico del Comune. A confermare la malafede con cui è maturata questa decisione assurda è la tempistica di quanto sta avvenendo. A pochi mesi da un’elezione in cui proprio il centrodestra, per la quinta volta in vent’anni, sarebbe andata incontro a una sconfitta bruciante. A questo punto, di fronte alla gravità di un atto che nulla ha a che fare con la nostra democrazia e che, anzi, ne costituisce l’esatta negazione, chiediamo l’intervento diretto del Presidente della Repubblica. Tutto questo accade solo nei regimi autocratici, ossia nei modelli cui Piantedosi e il centrodestra evidentemente si ispirano. E noi non possiamo tollerare che tutto ciò succeda in una democrazia come la nostra».

L'attacco del centrodestra 

Così il vicepresidente della Commissione Nazionale Antimafia e commissario regionale di Forza Italia, l’on Mauro D’Attis: “Davanti ad un’operazione così vasta, con ben oltre 150 arresti, la decisione del ministro Piantedosi di insediare una Commissione di accesso per i fatti del Comune di Bari rappresenta un atto dovuto. Oltre al numero di arresti, c’è un decreto di amministrazione straordinaria di una delle società partecipate più importanti di Bari, l’Amtab, dove il condizionamento mafioso nella gestione si sta rivelando sempre più profondo. A fronte di tutto questo, il ministero non avrebbe potuto fare altrimenti: Bari merita chiarezza e il governo ha il compito di tutelare la legalità".

C'è poi la dichiarazione del consigliere regionale e presidente provinciale di Fratelli d’Italia, Michele Picaro. “È veramente sconcertante leggere le dichiarazioni del Sindaco Decaro, che, invece, di dichiarare guerra alla mafia, cosa fa? Si lascia andare al solito vittimismo arrivando persino a mistificare la realtà giudiziaria. Quella realtà che rifiuta di affrontare in Consiglio comunale, non sottoscrivendo insieme alla sua maggioranza la richiesta di una seduta monotematica e in Commissione regionale antimafia, dove i suoi compagni di partito, ritengono che rispetto alla mia richiesta non ci sia nulla da discutere. Insomma, un continuo girare la testa dall'altra parte, come avvenuto per AMTAB che, messa in amministrazione giudiziaria, per il procuratore aggiunto Giannella fungeva da ‘modello di quasi welfare’ in cui le assunzioni erano sotto il controllo e la direzione del clan Parisi. Se in 15 anni di governo della città il Sindaco Decaro non ha visto, non ha sentito e non ha parlato, il Prefetto di Bari non poteva fare altrettanto. Ritenere che la richiesta di accesso ispettivo sia un atto politico è di una gravità inaudita che mina i più elementari principi di rispetto delle istituzioni. Se è così certo della sua integrità, di cosa si duole? Perché non menziona mai il sistema che si era creato in AMTAB rispetto alla quale deteneva le deleghe senza esercitare il relativo controllo?”

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