Lecce, c'è l'accordo con tre consiglieri: maggioranza salva

Lecce, c'è l'accordo con tre consiglieri: maggioranza salva
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Sabato 24 Marzo 2018, 10:34 - Ultimo aggiornamento: 25 Marzo, 17:02

Il Patto c’è. E anche la maggioranza. Carlo Salvemini resta al timone di Palazzo Carafa con la certezza che di fronte a lui non ci saranno nebbia o bufera da attraversare lasciando la nave in balia delle onde (e d’altronde non lo avrebbe permesso, piuttosto meglio le dimissioni). In Aula è di nuovo maggioranza dunque: l’asse Salvemini-Delli Noci potrà contare su 17 consiglieri contro i 14 del centrodestra, ritornato ad essere minoranza, e uno del Movimento Cinque Stelle.
Il Patto per la Città porta le firme dei consiglieri Antonio Finamore, Paola Gigante e Laura Calò che salutano Grande Lecce e il senatore Marti per dare vita ad un nuovo gruppo consigliare: Prima Lecce. Il nome scelto lascia poco spazio alle interpretazioni: il bene della città prima di tutto. Niente inciuci, nessuna poltrona o incarico. Ma un governo di scopo, come lo ha definito il sindaco Salvemini, che guarda al bene e al futuro della città e punta ad obiettivi comuni che guardano oltre gli steccati politici.
Già. Quel passo che qualche mese fa aveva portato anche all’incontro politico di sindaco e vice-sindaco, quel trasversalismo da molti criticato ma che ha poi consegnato Palazzo Carafa nelle mani del centrosinistra chiudendo la porta al centrodestra.
È finita l’era dell’anatra zoppa a Palazzo, nata dopo la decisione del Consiglio di Stato che aveva assegnato alle liste che hanno sostenuto il candidato sindaco del centrodestra Mauro Giliberti il premio di maggioranza: due mesi fa il cosiddetto ribaltone. Maggioranza a 17 per il centrodestra, a cui si aggiunge uno scranno per il Movimento cinque stelle (contro i 14 del centrosinistra) che in queste settimane ha puntato dapprima a ripristinare la legittimità del consiglio dopo al decisione dei giudici di Palazzo Spada e poi a cancellare con un colpo di spugna le presidenze delle commissioni finite - tutte - in mano al centrodestra.
Ma ora con la consapevolezza dei numeri a favore Salvemini è pronto a presentarsi in Aula il 29 marzo per l’approvazione del Bilancio di previsione 2018-2020 (e chissà che non possa contare anche su voti di altri consiglieri comunali seduti nelle file dell’opposizione).
Il patto è stato sottoscritto venerdì pomeriggio «nel Palazzo di città, nella stanza del sindaco, sotto la fotografia del presidente della Repubblica e sotto lo stemma della città di Lecce», ha annunciato in conferenza stampa Salvemini, guai dunque a chiamarlo inciucio. «Ci eravamo impegnati a dare comunicazione pubblica sulla verifica delle condizioni di governabilità della città per evitare un commissariamento di circa quindici mesi del nostro Comune».
«Il Patto per la città è stato sottoscritto», ha dichiarato Salvemini strappando l’applauso della sala. I tre consiglieri “martiani” dunque hanno scelto per se: lasciano Grande Lecce, lista civica che fa riferimento al senatore Roberto Marti (Lega) - impegnato in queste ore a Roma per la formazione del governo - e danno vita alla lista civica “Prima Lecce” lasciando, al momento, tra i banchi dell’opposizione il consigliere Alberto Russi che, secondo i bene informati, sul Patto da firmare non aveva ancora deciso il da farsi nel momento in cui i suoi tre colleghi di lista hanno deciso di spingere il piede sull’acceleratore e bypassare le indicazioni del senatore Marti che aveva chiesto a Salvemini di dialogare con l’intero centrodestra e non solo con le civiche. Una posizione, quella di Marti, che lo aveva portato anche a prendere le distanze dal suo stesso capogruppo Finamore invitandolo, qualora non fosse stato d’accordo con la linea politica dettata, ad abbandonare Grande Lecce. E così è stato.



 

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