Squinzano, omicidio: indagini sugli spostamenti dei killer dalle celle telefoniche

Squinzano, omicidio: indagini sugli spostamenti dei killer dalle celle telefoniche
di Andrea TAFURO
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Martedì 27 Giugno 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 20:09

Dall’analisi del cellulare potrebbero arrivare i riscontri attesi dagli investigatori sull’omicidio di Luigi Guadadiello. Tutte le conversazioni, chiamate, messaggi, chat whatsapp e instagram, attivate dall’uomo nelle ultime 48 ore di vita, saranno poste sotto la lente degli investigatori con l’obiettivo di risalire al movente e agli autori dell’agguato mortale consumato sotto l’abitazione del 42enne in via Donizetti, la sera del 13 giugno scorso a Squinzano. Ieri mattina la pm della Dda, Giovanna Cannarile, ha conferito incarico di verificare la memoria dell’iPhone di Guadadiello, all’ingegnere Antonio Tamborrino. Analisi che verrà eseguita alla presenza dell’ingegnera Luigina Quarta, consulente di parte nominata dall’avvocato Giuseppe Presicce, difensore dei familiari della vittima. Negli accertamenti richiesti dagli inquirenti entreranno anche le celle telefoniche, per verificare gli spostamenti della vittima, o eventuali altri apparecchi telefonici che hanno agganciato la cella nei pressi dell’abitazione di Guadadiello.

Le indagini 

Le indagini dei carabinieri infatti, dopo aver guardato agli equilibri interni all’ambito leccese della criminalità organizzata, hanno spostato le attenzioni nell’area brindisina, convinti di poter trovare la corretta chiave di lettura dell’azione criminale.

Indagini che si sono rafforzate attraverso le risultanze fornite dai filmati delle 6 telecamere di videosorveglianza installate sull’abitazione di Guadadiello. Fotogrammi che oltre a ricostruire gli attimi dell’agguato in cui ha perso la vita l’uomo, hanno fatto emergere la presenza di 4 sicari, col volto coperto, arrivati su via Donizetti a bordo di un’Alfa 147 di colore nero, risultata rubata. Due quelli scesi dall’auto armi in pugno. Nella ricostruzione i killer dopo aver atteso Guadadiello all’esterno, a poca distanza dall’abitazione, una volta individuato in strada hanno esploso 10 colpi da due pistole diverse, una calibro 9 e una 7.65. Due i proiettili che hanno colpito l’uomo: uno alla gamba e l’altro mortale tra collo e torace. Rilievo confermato dall’autopsia eseguita settimana scorsa dal medico legale Alberto Tortorella. Poi uno dei due killer si è avvicinato al 42enne in fin di vita e gli ha sferrato un calcio, forse per accertarsi dell’omicidio compiuto. Dettagli che ampliano il quadro investigativo su quella che viene considerata un’esecuzione dalle modalità tipiche della criminalità organizzata.

I punti oscuri 

Tuttavia i punti oscuri della vicenda restano diversi. Il profilo della vittima rimane elemento centrale nelle indagini dei carabinieri: Guadadiello, in passato è stato coinvolto in numerose inchieste sulla criminalità salentina. Ritenuto, insieme ai fratelli, un elemento di vertice di un gruppo operante proprio tra Squinzano e il territorio brindisino. Nel marzo scorso aveva finito di scontare la pena (16 anni) per l’omicidio di uno straniero, commesso nel 2008 in provincia di Bergamo, che riteneva avesse stuprato la sua fidanzata. Guadadiello però, di recente, era finito anche nelle carte dell’operazione “Filo di Arianna” condotta dai Ros di Lecce. 
L’uomo non era tra gli indagati, ma nei dialoghi intercettati dagli inquirenti, il suo nome compariva con l’appellativo “i Guadadie” – compatibile secondo i carabinieri con Luigi Guadadiello e i suoi due fratelli - per controversie sorte tra i diversi clan esistenti nel nord Salento, nella gestione della piazza della droga tra Squinzano e il territorio brindisino di Torchiarolo e Cellino San Marco. 

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