Bif&st, il futuro tra fondi e toto-nomi

Bif&st, il futuro tra fondi e toto-nomi
di Alessandra LUPO
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Martedì 26 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:46

Il toto-nomi, come si dice in questi casi, è ovviamente già partito. Ma a preoccupare i baresi e in generale la gente del cinema dell’intera Puglia non è solo chi prenderà il posto di Felice Laudadio alla guida del Bif&st quanto piuttosto capire se la meravigliosa creatura messa in piedi e vista crescere negli ultimi 16 anni sopravviverà al suo creatore, lo stesso Laudadio, che in chiusura dell’edizione 2024 della rassegna ha annunciato l’addio dal palco durante la conferenza stampa finale, non senza rimproveri e frecciate all’indirizzo della politica.

Il retroscena


Per quanto clamorose siano potute suonare le sue dimissioni, Laudadio, che per il momento migrerà in Sicilia a dirigere le celebrazioni del centenario di Andrea Camilleri che si svolgeranno nel 2025, negli ultimi anni non aveva certo fatto mancare i segnali di insofferenza per la gestione economica della rassegna da parte del suo finanziatore pubblico, la Regione Puglia, quest'anno attraverso Pugliapromozione, denunciando le difficoltà nella programmazione di un flusso di denaro discontinuo e non sempre puntuale. Basti pensare che nonostante le rassicurazioni e la promessa che il Bif&st sarebbe diventato una Fondazione, arrivata alla fine dell’edizione 2023 dallo stesso presidente Emiliano, la delibera per l’edizione 2024 è invece arrivata solo il 22 gennaio scorso, un mese prima dell’evento, ossia dopo che la Regione aveva fatto i salti mortali per garantire i finanziamenti per Turismo e Cultura che fino all’ultimo sembravano sul punto di sfumare. Il direttore di Apulia Film Commission, che in quella stessa delibera acquisiva il Marchio Bif&st, ha garantito la continuità della rassegna. E oggi la consigliera regionale con delega alla Cultura, Grazia Di Bari, conferma: «Per il futuro del festival, ho avviato un'interlocuzione con la Presidente dell’Apulia Film Commission la Annamaria Tosto, al fine di istituire un Comitato artistico-scientifico con il compito di analizzare gli impatti culturali, socio-economici, turistici generati dal festival negli anni di realizzazione ed elaborare proposte per adeguare, a partire dall’edizione 2025 e successive, finalità ed obiettivi della manifestazione, nell’ambito dell’Apulia Cinefestival Network, ai nuovi indirizzi strategici della programmazione regionale 2021-2027, così come declinati nell’aggiornamento in corso dei Piani strategici del Turismo e della Cultura, e conseguentemente rimodulare governance e organizzazione dell’iniziativa». 

Gli scenari


Quanto alla Fondazione, Di Bari non si sbilancia: «È una valutazione che faremo sulla base dei dati che verranno forniti dalle analisi del comitato artistico-scientifico e dai nuovi indirizzi strategici della programmazione 2021-2027. Il lavoro assieme al direttore Patruno e agli uffici è costante, per il Bif&st e per gli altri festival, per valorizzare e promuovere la nostra offerta culturale».
Al prossimo direttore Laudadio ha consigliato di «pretendere garanzie scritte su tempi e flussi di finanziamento almeno 11 mesi prima, cose che a me negli ultimi 5 anni non sono state concesse». E ha poi tracciato quella che secondo lui potrebbe essere la linea di successione: il suo braccio destro Enrico Magrelli: «garantirebbe una cosa fondamentale, cioè che la macchina del Bif&st che si è formata in tutti questi anni, con tutte le competenze, rimarrebbe forte».
Ma ovviamente non è detto che Magrelli, il cui curriculum e gli impegni professionali multipli parlano da soli, decida di affrontare l’incarico in Puglia. Tant’è vero che già circolano i profili alternativi che potrebbero determinare una svolta nella squadra. Da Marco Müller, nome di spessore l’ex direttore dei festival di Locarno e Venezia, a Carlo Gentile, operatore culturale squisitamente barese che potrebbe piacere anche al centrodestra. 
Intanto, quello che è certo è che il posto vacante di Laudadio arriva in un momento molto delicato per la città di Bari, che vede le elezioni alle porte e intanto lo spettro del commissariamento allungarsi sulla campagna elettorale.

Una pagina difficile per la città, che proprio attraverso il cinema e la televisione ha visto consacrato negli ultimi anni il suo nuovo volto di città meridionale solare e vivace, lontana dagli anni bui della paura per le strade. Chiunque arrivi, dunque, avrà il compito di riprendere in mano non solo il lavoro del Festival ma di contribuire alla narrazione positiva della città, anche attraverso i suoi red carpet.

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