«Non vali una lira». E poi pugni e schiaffi contro la compagna per il pranzo non ancora pronto e anche contro il figlio di appena sei anni. Un uomo di 27 anni di Porto Cesareo è stato condannato a tre anni e sei mesi per maltrattamenti in famiglia.
Cosa è successo
I fatti sarebbero avvenuti a Porto Cesareo nell'estate del 2022. Stando all'accusa, l'uomo avrebbe costretto la compagna ad un regime di vita odioso e insopportabile, causandole sofferenze fisiche e morali. In particolare, quotidianamente l'avrebbe ingiuriata con frasi del tipo “Non vali una lira”, aggredendola fisicamente. A fine luglio, mentre tentava di riparare la lavatrice, avrebbe raggiunto la compagna, che stava dormendo insieme alla figlioletta, per rimproverarla di essere la causa del guasto dell'elettrodomestico. Al disappunto della donna, avrebbe reagito schiaffeggiandola alle braccia e alle gambe. Nel mese di aprile, rientrato a casa e non avendo trovato il pranzo pronto, avrebbe colpito la donna con un calcio, procurandole dolori tali da impedirle persino di sedersi. E, ancora, a luglio, senza un particolare motivo, avrebbe pizzicato le braccia della compagna solo perché quest'ultima non aveva pulito il pavimento e non aveva lavato i piatti. Per non aver trovato una maglietta da indossare, avrebbe afferrato la compagna dal collo, per poi trascinarla fino al frigorifero. E, ancora, avrebbe brandito un coltello minacciando di sferrarle una coltellata all'addome.
Minacce di morte
Quando la donna ha trovato il coraggio di comunicargli la fine della relazione, il 27enne l'avrebbe minacciata di morte e di dare fuoco all'auto e alla barca del padre.
La denuncia
Gli episodi sono finiti in una denuncia presentata ai carabinieri e l'uomo, al termine delle indagini, è finito a processo. Nelle scorse ore il 27enne, difeso dall'avvocato Daniele Scala, si è presentato dinanzi ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Lecce, che lo hanno condannato a tre anni e sei mesi di reclusione (a fronte di una richiesta di tre anni e otto mesi da parte della Procura). L'uomo è attualmente sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento alla persona offesa.