Multe e favori, dopo la bufera il comandante Zacheo: «Fidatevi di noi». L'intervista

Il comandante Donato Zacheo
Il comandante Donato Zacheo
di Annarita INVIDIA
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Sabato 17 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 21:37

«Io per scelta ogni giorno indosso la divisa. Potrei benissimo venire in borghese, ma questa divisa per me ha un grande valore». Il comandante della Polizia locale Donato Zacheo è seduto sulla poltrona del suo ufficio in viale Rossini. Per due mesi la Finanza si è aggirata in questo edificio a raccogliere prove. «Non è bello quello che è successo, lo so - racconta - ma voglio fare un appello a tutti i cittadini: fidatevi di noi, qui si lavora con professionalità e rispetto della legge». 

Comandante Zacheo, come va?
«Bene, molto bene perché siamo tranquilli».

Eppure si è abbattuta una bufera sul suo Comando.
«Lo so, quello che è successo è molto brutto.

Il clima naturalmente ne ha risentito perché c’è stato questo forte scossone emotivo, ma da parte nostra c’è la consapevolezza di aver agito sempre con trasparenza e quando è scattata l’indagine abbiamo garantito massima disponibilità e collaborazione».

A proposito dell’indagine nell’ordinanza si parla di un meccanismo rodato, lei non si era accorto di nulla?
«Naturalmente no, altrimenti sarei intervenuto. Quando poi nel 2019 è partita l’inchiesta, abbiamo collaborato attivamente alle indagini anche noi. La Finanza è stata qua per due mesi: è stato quello il momento più traumatico, se così vogliamo chiamarlo per noi. Adesso c’è il clamore mediatico, ma è un’altra cosa».

Pass falsificati, intromissioni nei dispositivi come il photored, multe cancellate o ridotte: cosa non ha funzionato nel meccanismo di controllo?
«Risposta difficile da dare. Nel momento in cui ci siamo accorti di quello che stava accadendo, abbiamo adottato subito delle contromisure».

Come?
«Eliminando, ad esempio, del tutto il procedimento cartaceo. Ora avviene tutto attraverso i palmari. L’invio dei verbali è immediato e qualsiasi operazione venga effettuata lascia il segno. Insomma, massima tracciabilità di tutti i procedimenti».

Praticamente avete ridotto al minimo la possibilità di intervenire e modificare.
«Esatto, prima c’era l’intervento umano, difficile da controllare. Oggi la possibilità di manomissione è vicina a zero. O meglio: uno può anche entrare in un sistema ma rimane comunque traccia, diventa immediatamente individuabile. Detto questo, non possiamo naturalmente tenere sotto controllo tutto. Noi come tutte le altre istituzioni».

Gli episodi contestati sono tanti: come si fa a riconquistare la fiducia e il rispetto dei cittadini?
«Intanto io spero che quella fiducia e quel rispetto non siano andati persi. Il Comando spesso è attenzionato, ma l’ambiente è sano, non è malato. E questo perché abbiamo gli anticorpi per rispondere. Anche da tutte le intercettazioni si capisce bene che questi comportamenti illegittimi sono scaturiti da una piccola parte del Corpo. E, ripeto, abbiamo fornito tutti gli strumenti perché la magistratura procedesse nel suo lavoro».

È rimasto sorpreso da quello che è stato scoperto?
«Sinceramente? Sì, sorpreso e amareggiato. Noi facciamo della legalità la nostra bandiera. Per questo vorrei mandare un messaggio alla città»

Quale?
«Fidatevi di noi, continuate a farlo...».

Non proprio semplice.
«Forse non lo è, ma il Corpo è sano. Le nostre donne e i nostri uomini, pochi, pochissimi, svolgono con grande professionalità il loro lavoro per tutelare il territorio e ogni cittadino. Dirò di più: è importante che queste cose siano venute fuori, è la dimostrazione che i nostri anticorpi funzionano. Possiamo sbagliare come sbaglia chiunque ma la nostra stella popolare è la legalità».

Come hanno sbagliato le due vigilesse.
«Dal punto di vista umano ci dispiace naturalmente, ma se il processo dimostrerà che hanno sbagliato dovranno assumersi le loro responsabilità».

Cosa ha fatto il giorno del blitz?
«Quella mattina stessa sono uscito e ho fatto una passeggiata in città per vedere l’aria che si respirava. Ho avuto tanti attestati di solidarietà, chi ci conosce sa quello che facciamo con i pochi mezzi a disposizione. Poi c’è l’odio sui social, ma di quello non vale la pena neanche parlare».

Nell’ordinanza si parla di interferenze sul Comando: ci sono stati momenti in cui lei ha sentito questa pressione?
«In alcuni momenti solo? Un comandante è soggetto a diverse pressioni, che non sempre sono negative, sia chiaro. Ma ci sono pressioni e pressioni».

Anche di natura politica come racconta l’indagine?
«Partiamo dal presupposto che a differenza di carabinieri, polizia, finanza che hanno una struttura statale, noi abbiamo una struttura comunale: siamo dipendenti con la divisa. Se le pressioni sono per il raggiungimento di un obiettivo è una cosa buona. Di altre pressioni non voglio parlare».

Sta dicendo che è difficile tutelare la propria autonomia?
«Esatto, anche se ci tengo a precisare di non aver mai avvertito questo rischio nel mio rapporto con il sindaco Salvemini, sempre rispettoso della mia autonomia».

Comandante, con il nuovo regolamento che imponeva la rotazione di tutti i dirigenti, lei compreso, volevano metterla da parte?
«Questo io non posso dirlo ma è intervenuto il Tar che ha evidenziato l’esistenza di un regolamento speciale che qualifica la figura del comandante di Polizia locale quale figura specialistica non assoggettata alla rotazione dei dirigenti, questo perché il comandante ha funzioni di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza. Ma io vorrei parlare non di me ma del Corpo, rassicurando la cittadinanza sulla bontà e sulla rettitudine di tutti i componenti. I cittadini devono vedere nel “vigile urbano” il confidente, un punto di riferimento».

Anche quando fa le multe?
«Soprattutto quando fa le multe. Io sogno una città senza multe ma oggi non è possibile se vogliamo garantire decoro, sicurezza e fluidità nella circolazione. Molti dei nostri interventi, non scordiamolo, partono dalle segnalazioni dei cittadini».

A proposito di multe, il primo aprile dovrebbero essere attivati gli autovelox sulla Tangenziale est. Cosa è, comandante, uno scherzo?
«La data è presuntiva ma no, non è uno scherzo. La tangenziale è pericolosa e lo dicono i tanti incidenti. Credo, però, che saremo pronti per l’estate».

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