La ragazza scomparsa per dieci ore, il racconto choc: «Sono stata avvicinata da un'auto, poi non ricordo più niente»

I carabinieri alla caccia dei riscontri alle parole della quindicenne. Sul suo corpo, ferite e bruciature

La ragazza scomparsa per dieci ore, il racconto choc: «Sono stata avvicinata da un'auto, poi non ricordo più niente»
di Mino MARINAZZO
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Lunedì 28 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 20:43

«Mi si è avvicinata una macchina, poi ho visto tutto nero e mi sono ritrovata in un casolare». Lo ha raccontato ai carabinieri la studentessa di 15 anni scomparsa per quasi dieci ore nella giornata di venerdì e poi ritrovata in un casa abbandonata delle campagne del Sud Salento con segni di bruciature sugli zigomi e poi ferite e lividi sul corpo.

Il racconto della 15enne ai carabinieri

Un rapimento? Prematuri i tempi per le certezze, per il momento. Certo è che il racconto si è rivelato perlomeno di poco aiuto alle indagini condotte dall’Arma con i pubblici ministeri di turno delle procure ordinaria e per i minorenni, Giorgia Villa e Stefania Mininni. Non fosse altro perché questa ragazza non ha fornito indicazioni utili a risalire a quell’auto ed al suo conducente e soprattutto per capire come sia uscita così malconcia da questa parantesi da incubo della sua adolescenza.


Dunque, il mistero continua ad avvolgere questa vicenda che rischia di scalfire il senso di sicurezza percepito dalle ragazze, e dai genitori, che ogni mattina raggiungono a piedi o in bus le scuole. Va ricordato, ad ogni modo, che le indicazioni della vittima costituiscono solo una delle piste su si stanno cercando riscontri, gli inquirenti non escludono altre ipotesi. Ed è un atto dovuto in queste prime battute: non ultima, fra queste piste, la partecipazione ad una delle challenge diventata virale fra gli adolescenti attraverso le piattaforme social su cui corre gran parte della loro vita e delle loro comunicazioni.

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La buona notizia è che la ragazza è tornata a casa ed è ora seguita da vicino dai suoi genitori per aiutarla superare il trauma subito nella giornata di venerdì conclusasi con le cure nell’ospedale Veris Delli Ponti di Scorrano. Era terrorizzata quando i carabinieri l’hanno trovata tracciando la sua posizione attraverso il telefono cellulare squillato a lungo, a cominciare da quando dal registro elettronico di classe è arrivata a casa la comunicazione che quel giorno fosse assente. Era uscita da casa poco prima delle 8, ha raccontato la studentessa alla presenza di una psicologa e delle assistenti sociali. E nel percorso casa-scuola fatto tante volte sarebbe stata avvicinata da una macchina nella piazza centrale del paese, a pochi passi dalla scuola. 

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Un rapimento? Il condizionale è d’obbligo perché certezze ancora non ce ne sono. L’orario e la zona particolarmente frequentata hanno fatto sì che i carabinieri cerchino testimonianze ed impianti di videosorveglianza per estrapolare i filmati nell’arco di tempo indicato dalla studentessa fra il passaggio dell’auto ed il suo black-out. Da chiarire, fra le tante cose, se e come la ragazza avrebbe perso conoscenza: un sonnifero particolarmente potente? E come sarebbe stato somministrato? Con un spray? Ha percepito di essere stata afferrata e tirata dentro l’abitacolo? Quante persone c’erano in macchina? Il modello? Il colore?
Riscontri al momento non ne sono stati trovati, nella giornata di sabato si sono susseguiti gli ascolti dei possibili testimoni, ma anche dei conoscenti e degli amici di questa ragazza per cercare di delineare la personalità, gli interessi e le frequentazioni. Ciò che sembra scontato è il coinvolgimento di almeno un’altra persona in questo mistero, non fosse altro perché le lesioni e le bruciature non sembrano atti di autolesionismo. 


Resta il fatto che se non dovesse continuare a trovare riscontri la pista indicata dalla vittima, le indagini dovranno necessariamente concentrarsi su altre ipotesi per stabilire come questa studentessa sia finita in quel casolare, ci sia rimasta tante ore isolata dal resto del mondo ed alla fine ne sia uscita sotto shock e ridotta come se avesse subito un’aggressione fisica.
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