Anno accademico, il direttore dell'Isufi: «La scuola di alta formazione una opportunità per istituzioni e imprese»

Anno accademico, il direttore dell'Isufi: «La scuola di alta formazione una opportunità per istituzioni e imprese»
di Paola ANCORA
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Venerdì 8 Marzo 2024, 05:00

Salvatore Rizzello, direttore dell'Isufi, lei ha detto che “il territorio può diventare punto di riferimento di un nuovo modello economico”. Che cosa vuol dire?
«Le profonde contraddizioni e diseguaglianze del modello di sviluppo contemporaneo ci spingono a dire che dovremmo cambiarlo. Ma quale sarebbe la prospettiva? Abbattere il capitalismo? È velleitario pensarlo. Ciò che possiamo fare, invece, è abbandonare la dimensione individualistica del mercato capitalistico, che esaspera la centralità dell'interesse personale, per recuperare la nostra dimensione relazionale più intima e vera, basata sulla condivisione di valori, di modelli, di lingue, di culture. Può sembrare una pura disquisizione teorica, ma in realtà smettere di adattare la nostra identità a modelli che non ci appartengono e che probabilmente qui non raggiungeranno mai il loro massimo grado di efficienza, prelude a un modello sociale, civile ed economico che può diventare un punto di riferimento interessante per moltissime realtà imprenditoriali, più di quante si riesca a immaginare».

La filosofia – il “conosci te stesso” greco – applicata all'economia per rilanciare il Mezzogiorno. Una sfida ideale, ma con quali risvolti e conseguenze concreti?
«La scuola Isufi ha il dovere non solo di presentare i modelli economici consolidati in maniera critica, ma anche di stimolare alla creazione di modelli nuovi.

E quello che riporta alla valorizzazione delle nostre peculiarità è un modello certamente meritevole di attenzione. Non ritengo sia un caso che la Puglia sia stata la prima regione a dotarsi di una norma sulle società benefit, cioè quelle che nei processi produttivi investono sul benessere dei lavoratori, dell'ambiente, sullo sviluppo di energie alternative. Il capitalismo puro è adatto ai grandi sistemi industriali statunitensi, molto meno a un tessuto imprenditoriale di piccole e medie imprese come il nostro. Da questo punto di vista l'interdisciplinarietà è fondamentale per far breccia nel sistema: la complessità di determinati problemi non può essere affrontata su un solo piano». 

Ieri ha detto che intende accreditare Isufi proprio come un “centro di alta formazione interdisciplinare a livello internazionale”. Perché insiste sul concetto di interdisciplinarietà e quali collaborazioni intende avviare con gli atenei all'estero?
«L'interdisciplinarietà spinge l'economista a ragionare con gli strumenti del filosofo, il filosofo a sfruttare la prospettiva del matematico e così via. Vorrei che l'Isufi diventasse una fucina di saperi, di strumenti concettuali, metodologici, cognitivi applicabili a varie discipline in un quadro internazionale. Vorrei che le istituzioni e imprese vedessero nella scuola di alta formazione di Unisalento una opportunità: non un luogo dove semplicemente ricercare alcune figure professionali, ma un luogo dove sedersi e progettare insieme lo sviluppo del futuro Servirebbe anche a trattenere qui le nostre eccellenze: la creazione imminente dell'associazione Alumni punta anche a questo, a tenere viva una relazione fra coloro che hanno frequentato Isufi e ora lavorano in ogni angolo del mondo».

Un primo passo, per portare Isufi nella rete internazionale dei centri di ricerca e formazione, è la Summer School 2024 che comincerà l'11 luglio.
«Esatto. Dopo uno sforzo organizzativo immenso, del quale ringrazio l'intera struttura, avremo qui molte personalità da tutta Europa, interessate a conoscere questa realtà».

Un investimento per cercare di aumentare il numero di iscritti da fuori regione?
«Vogliamo far conoscere la scuola superiore a tutta la Puglia e alle regioni limitrofe, sì, ma anche agli studenti stranieri, offrendo un ventaglio formativo che abbraccia tutte le discipline, come avviene per la Normale di Pisa. Possiamo invertire la rotta della migrazione degli studenti italiani – oggi decisamente orientata da Sud a Nord – grazie all'eccellenza». 

“Per raggiungere questi obiettivi opereremo nel rispetto dei più alti standard etici” ha detto ieri al termine del suo intervento all'inaugurazione dell'anno accademico Isufi. Cosa intendeva?
«Mi riferivo innanzitutto all'etica per la ricerca, che deve essere assolutamente libera, senza preclusioni e controlli se non quelli relativi ai riferimenti etici più alti in assoluto: il rispetto per la natura umana, per l'ambiente, per la nostra Costituzione. L'idea che la concorrenza debba essere lo strumento per raggiungere ogni risultato non deve appartenerci. È la cooperazione il nostro principio guida. Ecco perché Isufi intende collaborare, oltre che con tutti i dipartimenti, anche con il Cnr, con l'Istituto italiano di tecnologia, condividendo laboratori, idee, saperi. L'etica della collaborazione avvantaggia tutti e, da ultimo ma non per importanza, premia il territorio».

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