Scuola, la Consulta dà ragione al Governo: «Giusto il ridimensionamento». Bocciata la Puglia

Scuola, la Consulta dà ragione al Governo: «Giusto il ridimensionamento». Bocciata la Puglia
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Sabato 23 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 26 Dicembre, 19:26

Nessun errore. Lo Stato bene ha fatto a ridimensionare l'organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi, distribuendoli fra le regioni e determinando così l'accorpamento di scuole e istituti di vario ordine e grado, come impone l'obiettivo di riorganizzazione previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). A respingere in blocco i ricorsi delle Regioni Puglia, Toscana ed Emiliano Romagna è stata la Corte costituzionale, cui gli amministratori regionali si erano rivolti contestando il ridimensionamento imposto dal Governo

La sentenza

La sentenza 223 depositata ieri e relativa all'udienza svoltasi lo scorso 21 novembre, è stata accolta con favore e soddisfazione dal ministro dell'istruzione e del merito Giuseppe Valditara: «A mio avviso riconosce l'importanza e l'efficacia della legge sul dimensionamento e lancia un richiamo alto al senso di responsabilità della politica e delle istituzioni rappresentative a far prevalere l'interesse collettivo». 
La Consulta ha chiarito che la riforma introdotta con la legge 197 del 2022, quella impugnata dalle Regioni, non comporta «la soppressione di scuole, intese come luoghi dove si svolge l'attività didattica ed educativa».

E non inficia la possibilità riconosciuta alle Regioni «di localizzare gli edifici scolastici ove collocare le istituzioni autonome o i relativi plessi». Addirittura, con l'entrata in vigore della norma, l'organico dei dirigenti «aumenterà di qualche unità, ma precludendo il ricorso all'istituto della reggenza -scrivono ancora i giudici costituzionali - diminuirà il numero delle istituzioni scolastiche autonome, inducendo alcuni accordi di plessi con le stesse, per cui i primi si configureranno quali sedi distaccate delle seconde». 

Per la Corte, l'obiettivo del Governo è stato quello di rendere «più efficiente ed efficace il sistema: la norma, adottando il criterio della popolazione scolastica regionale, evita infatti gli effetti negativi, incrementati anche dal calo demografico, dell'eccessiva parcellizzazione delle istituzioni scolastiche; supera l'istituto della reggenza e le relative esternalità non positive (precarietà e duplicazioni di adempimenti); mantiene i risparmi che saranno realizzati in virtù di questa evoluzione all'interno del sistema dell'istruzione, dedicandoli a finalità meritorie». Per quanto riguarda anche il senso di responsabilità politica cui fa cenno il ministro Valditara, la Consulta evidenzia come la piena realizzazione degli obiettivi della riforma implica «che la leale collaborazione sia intesa nel significato sostanziale, più volte specificato da questa Corte, di una responsabilità diffusa » in vista della «doverosa cooperazione per assicurare il migliore servizio alla collettività» evitando «l'arroccamento in letture rigide delle competenze e dei relativi raccordi».

La decisione della Consulta, dunque, mette una pietra tombale sulle rimostranze delle Regioni – tutte governate dal centrosinistra – che ritenevano penalizzante il ridimensionamento delineato da Valditara. 
Una decisione - ancora - che arriva a valle di altri pronunciamenti, l'ultimo dei quali del Consiglio di Stato che ha dato ragione al ministero dell'Istruzione e del Merito, bocciando il ricorso proposto dalla Regione Campania. Non si tratta, peraltro, della prima pronuncia dei giudici costituzionali sul tema, come ha ricordato lo stesso Valditara, sfatando i timori sulla chiusura di plessi e scuole e invitando tutti a evitare allarmismi che rischiano di ostacolare l'attuazione del Pnrr. 
Riferendosi al braccio di ferro con le Regioni, Valditara ha parlato di una vera e propria «deriva diseducativa», escludendo ripercussioni sui territori montani e i piccoli comuni – perché verrà stralciato il requisito minimo di 400 alunni per mantenere l'autonomia scolastica – ed evidenziando la centralità di una riforma che, secondo il Governo, darà alla scuola maggiori efficienza e risorse. 
«Il deposito delle motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale sulla legge 197 del 2022 relativa al dimensionamento scolastico - ha detto il ministro - fa definitiva chiarezza sulla legittimità della normativa e auspica una “diffusa responsabilità” per attuare la nuova legislazione, chiamando dunque direttamente in causa tutte le istituzioni coinvolte in quanto attori principali del dimensionamento».

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