Sanità, ecco perché per i pugliesi resta il rischio dei viaggi della speranza

Sanità, ecco perché per i pugliesi resta il rischio dei viaggi della speranza
di Vincenzo MARUCCIO
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Martedì 9 Gennaio 2024, 13:17 - Ultimo aggiornamento: 14:53

Festeggiamo per le case di comunità e rischiamo di perdere i nuovi ospedali. Con i fondi Pnrr la mappa della Puglia si riempie di puntini che segnano l'avvio dei cantieri per le strutture dedicate all'assistenza primaria: non c'è settimana che un sindaco non brindi alla nascita di un poliambulatorio per costruire la rete della sanità di prossimità insieme ai mini ospedali di comunità destinati all'accoglienza intermedia tra cure a casa e ricovero nei classici reparti. Ben vengano i milioni anche in Puglia - 177 per le case di comunità e per 78 per gli ospedali di comunità - se è vero che l'invecchiamento della popolazione richiede un riposizionamento funzionale dei presidi.

Se lo dice il Pnrr nulla quaestio, a patto di riconoscere che non di soli servizi e di assistenza vive la sanità: cruciali in un territorio - il Sud e la Puglia - troppo a lungo sguarnito, ma che non dovrebbero far passare in secondo piano il resto. E, cioè, i poli ospedalieri dove chirurghi, anestesisti e infermieri ti "rimettano a posto" e ti salvano la vita. La priorità, verrebbe da dire, senza voler fare classifiche tra la comodità di fare le analisi del sangue sotto casa e un centro all'avanguardia che faccia la differenza.
E, invece, pressapochismi, sviste e ritardi prendono il sopravvento per superficialità, per incompetenza o addirittura per cattiva volontà ogni volta che c'è da realizzare un nuovo ospedale destinato com'è - come dovrebbe essere - a migliorare la ricerca, a velocizzare le diagnosi, a dare certezza alle terapie e far crescere il personale medico di cui c'è bisogno come il pane.

Bisognerebbe far presto per non quintuplicare le spese tra progetti infiniti e appalti in variante.

Bisognerebbe far bene per non lasciarsi scappare i più bravi (laureati qui, emigrati altrove) e, invece, troppo spesso si fa il contrario. A Taranto per il nuovo San Cataldo tra extra-costi e allungamento dei tempi, a Melpignano-Maglie e ad Andria con l'iter rimasto incompiuto e il rischio che i finanziamenti vadano in fumo. Ci si accapiglia per mesi su eventuali mini-tagli del Pnrr che sposterebbero un centro prelievi 5 chilometri più in là. Si corre il rischio, senza alternative, di doverne percorrerne migliaia per un viaggio della speranza.

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