«Abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo preposti? Non sarei onesto se cedessi all’ottimismo. No, non li abbiamo raggiunti: nonostante i passi avanti, il Siderurgico non è ancora una fabbrica ecocompatibile; troppi i cassintegrati; alta la percentuale degli inoccupati; tanti i giovani che ancora lasciano questa terra per studiare o lavorare. Ancora i numeri dei malati oncologici destano preoccupazione e ancora i viaggi della speranza sono consuetudine».
È quanto ha affermato, venerdì sera nella Basilica Cattedrale di San Cataldo, l’arcivescovo emerito di Taranto Filippo Santoro, nel passaggio sulla questione ex Ilva, durante l’omelia della messa di ringraziamento per il suo ministero episcopale svolto nella diocesi dal 2012 al 2023.
La cerimonia
La Chiesa di Taranto ha, dunque, stretto in un affettuoso abbraccio don Filippo, alla presenza delle autorità. Alla celebrazione ha partecipato monsignor Ciro Miniero che inaugurerà il suo ministero di arcivescovo il prossimo 1 ottobre e che nel saluto iniziale ha espresso apprezzamento per l’operato pastorale del suo predecessore.
«Eleviamo il nostro ringraziamento a Dio - ha detto - per la preziosa opera da te svolta, per la crescita spirituale, umana e sociale dell’intera comunità. Insieme diciamo grazie a Lui per la tua presenza nella vita delle parrocchie che volentieri hai incontrato in occasione della celebrazione della Cresima, delle feste o in tante altre circostanze. A volte ti sei recato spontaneamente, mosso dal desiderio di essere vicino alla gente. Diciamo grazie per il tuo impegno nella vita sociale, nel mondo del lavoro, come presidente della commissione Cei per i Problemi sociali, il lavoro, la custodia del creato».
L'impegno
Gli anni in cui monsignor Santoro ha guidato la Chiesa di Taranto sono stati anni difficili, importanti e carichi di sfide per il futuro. Santoro, nella fase più acuta della vicenda ex Ilva, in assenza di altri soggetti istituzionali, è riuscito ad essere punto di riferimento per la comunità e costruttore di ponti tra le diverse posizioni in campo, tenendo la barra dritta sul primato del diritto alla vita, pur nel rispetto dei diritti al lavoro e all’esercizio dell’attività economica. Taranto così ha assunto un ruolo di primo piano anche per la Chiesa italiana che nel 2021 qui ha celebrato la 49esima Settimana sociale dei cattolici italiani. La città è diventata, dunque, uno dei luoghi privilegiati del pianeta in cui poter dare attuazione alla lettera enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco. In tutti questi anni monsignor Santoro ha ascoltato la voce degli ammalati e dei lavoratori, esortando l’azienda ed i decisori politici a scrivere una nuova pagina di storia per la città con lo sguardo aperto alla speranza: «Tutto è stato vano? No, assolutamente! Il processo di riconversione è avviato: è un processo passionale di pazienza e cura».
Nel cuore del vescovo emerito uno spazio privilegiato hanno avuto i carcerati, cui ha fatto visita ogni anno a Natale e a Pasqua, e che ha voluto incontrare appena è arrivato a Taranto.