Maurodinoia e Cataldo: "lady preferenze", la Regione, l'Adisu e la scalata politica lunga vent'anni

Anita Maurodinoia e Sandro Cataldo
Anita Maurodinoia e Sandro Cataldo
di Gino MARTINA
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Venerdì 5 Aprile 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 06:59

Lui è un assicuratore e broker. Lei vanta una laurea in Relazioni internazionali per lo sviluppo economico, una in Scienze economiche e in Economia aziendale. Sandro Cataldo e Anita Maurodinoia hanno speso gli ultimi 20 anni della loro vita in politica. Partendo dalla loro Triggiano, ovviamente, per poi scalare a colpi di preferenze le gerarchie dell'agorà barese prima e regionale poi, attraversando di fatto tutto l'arco costituzionale, da destra a sinistra.  A loro farebbe capo un sistema elettorale di crescita del consenso, basato essenzialmente sul pagamento di un corrispettivo in denaro che sarebbe andato da 50 a 25 euro a preferenza, a seconda dell’importanza della consultazione elettorale. Maurodinoia, eletta consigliera regionale con il Pd nel 2020, è indagata e si è dimessa da assessore regionale ai Trasporti. Per il marito disposti invece dal gip gli arresti domiciliari. 

La terza coppia nella bufera


Per uno strano caso del destino (politico) è la terza coppia al centro di una bufera giudiziaria in poco più di un anno.

Prima di loro c'erano stati Francesca Ferri, esponente di Puglia popolare, entrata nel Consiglio comunale di Bari nel 2019, e il compagno Filippo Dentamaro. Coinvolti in un'inchiesta con 47 indagati. Poi Maria Carmen Lorusso e il marito Giacomo Olivieri, agli arresti da febbraio dopo l'operazione Codice interno (130 i destinatari di misure cautelari). Il filo conduttore che assimila le accuse per le tre coppie è il medesimo: scambio e compravendita di voti, con l'aggravante mafiosa nel caso di Lorusso – Olivieri.

La carriera politica


La carriera di Cataldo parte nel 2001. Franco Denicolò diventa sindaco di Triggiano con civiche di centrodestra. E lui, che alcuni in gioventù ricordano, se pur vagamente, di sinistra, è al suo fianco. Diventa prima consigliere e poi assessore. Ma il mandato è interrotto a ottobre del 2005 con le dimissioni in blocco della maggioranza. In Consiglio comunale ci entra anche la moglie, nel 2011. Si candida addirittura a sindaco con civiche di centro contro un altro Denicolò, Vincenzo, del Pd, che vincerà quelle elezioni. Ma lei, che nel frattempo affianca il marito nell'attività di assicuratore e colleziona titoli di studio, specializzazioni e master, aveva in verità già avuto il suo battesimo nell'agone politico due anni prima, con il sostegno al “Professore”, che è Francesco Schittulli. Il prestigioso oncologo ha prima un'infatuazione per il berlusconismo, che lo porta a diventare presidente dell'allora Provincia, per poi fare un passo di lato e dare il nome alla sua lista indipendente. È qui che la carriera di Maurodinoia prende il volo. È eletta nell'assise che affaccia sul lungomare e ne diventa vice presidente fino al 2014. Ma il volo vero e proprio arriva con l'exploit, per i più inaspettato, delle comunali baresi di quell'anno. Con la lista del “Professore” entra in Consiglio grazie a oltre 3mila voti. È la più suffragata in assoluto e da quel momento le viene dato l'appellativo di “Lady preferenze”. Si dichiara amica di Antonio Decaro ma si schiera con lo sfidante, l'ex amministratore di Aeroporti di Puglia, Domenico di Paola. Sempre per il centrodestra. Vince Decaro, nonostante la performance di Maurodinoia, dietro la quale c'è immancabile il lavoro instancabile del marito. 


«È uno sempre sul pezzo - racconta chi è ben informato nel suo paese, che lo ricorda impegnato nella gestione del Bar Viveur, andato a fuoco anni addietro - ogni giorno incontra persone, fa riunioni, si spende per tessere relazioni e dare risposte alla gente». Un lavoro che paga. Anche molto. Tanto che dopo pochi mesi dalle elezioni, a dicembre del 2014, la moglie costituisce un nuovo gruppo consiliare assieme a Livio Sisto e Gianlucio Smaldone: Sud al Centro. Col nuovo simbolo si stacca dal Movimento Schittulli e sterza ufficialmente a sinistra, entrando nella maggioranza dell'attuale sindaco. Nasce così di fatto la civica intercettata dal governatore Michele Emiliano, nonostante le “barricate” di Sel e Pd. Ma sono proprio i Dem poco dopo ad accoglierla nelle loro liste. È prima dei non eletti in Regione. Nel dicembre 2015 fa discutere (anche a sinistra) la nomina da parte di Emiliano di Alessandro Cataldo a presidente di Adisu, l'agenzia per il diritto allo studio. Lui è commercialista ed è cugino di Sandro, il marito di Lady preferenze, che nel 2020 ripaga il governatore con un altro exploit per le regionali (19 mila voti). Risultato che le vale l'incarico, coperto fino alle dimissioni di ieri, di assessora ai Trasporti.

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