Salento, revocato l’accreditamento al laboratorio: redatti oltre 400 referti di analisi falsi

Salento, revocato l’accreditamento al laboratorio: redatti oltre 400 referti di analisi falsi
Salento, revocato l’accreditamento al laboratorio: redatti oltre 400 referti di analisi falsi
di Pierangelo TEMPESTA
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Martedì 12 Settembre 2023, 19:38 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 15:08

La Regione revoca l’accreditamento al laboratorio analisi del Magliese che, secondo i carabinieri del Nas, aveva redatto oltre 400 referti risultati falsati. E il Tar conferma, per il momento, la correttezza dell’operato della Regione. Il laboratorio finì sotto la lente del Nas a gennaio, ma i fatti contestati sarebbero andati avanti dal mese di dicembre 2018 al mese di dicembre 2019.

Quattro dipendenti erano state denunciate per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità e falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità. Il titolare del laboratorio, invece, aveva patteggiato dieci mesi di reclusione con il beneficio della sospensione e della non menzione della pena. I militari avevano accertato come all’interno del laboratorio fossero stati redatti 425 referti, relativi a numerosi pazienti, contenenti false attestazioni sull’esecuzione e sugli esiti degli esami diagnostici e del sangue. Inoltre, nel laboratorio - aperto al pubblico e accreditato con il Servizio sanitario regionale - sarebbero stati detenuti e utilizzati materiali di controllo e calibrazione e reagenti con data di scadenza superata. 

Cosa è successo

Stando a quanto contestato dagli investigatori, dunque, i pazienti il cui nome era riportato su quei referti e che si erano sottoposti agli esami del sangue e ad altri accertamenti nel laboratorio, avevano portato a casa risultati non corrispondenti alla verità. Le indagini erano scattate in seguito alla denuncia di una ex dipendente della struttura, che aveva deciso di raccontare quello che accadeva all’interno del laboratorio. Il sostituto procuratore Francesca Miglietta, titolare delle indagini, aveva disposto la citazione diretta a giudizio per le quattro dipendenti: il processo inizierà il 5 ottobre.

Nel frattempo, però, il dirigente del dipartimento Promozione della salute della Regione Puglia ha disposto la revoca immediata dell’accreditamento istituzionale nei confronti del laboratorio. Provvedimento contro il quale il titolare della struttura ha presentato ricorso al Tar di Lecce, chiedendone la sospensione dell’efficacia. Tuttavia, i giudici della terza sezione (presidente Enrico d’Arpe, estensore Vincenza Caldarola), con un’ordinanza hanno rigettato la domanda cautelare, confermando così la correttezza della decisione dell’ufficio regionale. 

Bisognerà ora attendere l’udienza nella quale si discuterà nel merito la vicenda; nel frattempo il laboratorio - rappresentato dagli avvocati Lorenzo e Giuseppe Durano - potrà proporre ricorso in appello al Consiglio di Stato contro il diniego della sospensiva. I giudici hanno ricordato come la legge regionale preveda la revoca immediata dell’accreditamento nei casi di violazione dei requisiti e degli standard quantitativi e qualitativi. Le condotte tenute dal titolare, aggiunge il Tar, «accertate in sede penale e autonomamente valutate in sede amministrativa, costituiscono una grave e continuativa (anche se non reiterata) violazione» sia dei requisiti minimi che devono essere posseduti dai laboratori analisi sia di quelli che devono sussistere «ai fini della conservazione del rapporto di accreditamento». Colpisce, aggiungono i giudici, la non trascurabile quantità di materiale scaduto rinvenuto nel laboratorio, così come l’emissione di 425 referti contenenti false attestazioni. «In definitiva - recita l’ordinanza - il provvedimento sanzionatorio regionale impugnato appare adeguatamente motivato». 

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