Bari, la domenica “orfana” delle primarie: seggi smantellati e spese a vuoto per 12mila euro

Scatoloni contenenti schede per le primarie e, a destra, Michele Laforgia e Vito Leccese
Scatoloni contenenti schede per le primarie e, a destra, Michele Laforgia e Vito Leccese
di Vincenzo DAMIANI
4 Minuti di Lettura
Domenica 7 Aprile 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 12:08

Mesi a parlarne, discutere, litigare, organizzarle e poi, puff, 25mila schede elettorali da mandare al macero. E fosse soltanto questo il problema per il centrosinistra barese, ormai (quasi) definitivamente diviso: Sinistra italiana contro Verdi, Pd vs M5s, Italia viva contro Azione. Laforgia contro Leccese, questa doveva essere la “loro” domenica, la domenica delle primarie, della “festa della democrazia”, della “festa di popolo”. Niente, contrordine, giornata libera per godersi mare e scampagnate. I cinque alberghi prenotati e il palazzetto dello sport non saranno protagonisti di questa mesta domenica per il centrosinistra. Sono stati disdetti, ma il conto resta: 3mila euro, ai quali si aggiungono 1.700 euro di tipografia per le schede; 5.800 per lo studio legale che avrebbe garantito il trattamento dei dati dei partecipanti; 1.700 euro per il sistema informatico che avrebbe dovuto assicurare la regolarità del voto, registrando i votanti ed evitando, cosi, che ci si potesse recare in più seggi. Per un totale di 12.200 euro, da dividere tra Pd e la Convenzione. Poca roba, si dirà. Certo, si tratta del “danno” meno pesante. Perché se la carta delle schede mandate al macero si potrà riciclare, sarà più arduo ricomporre i pezzi del centrosinistra. Tutto ormai era pronto, questa mattina sarebbe stato mandato online anche il sito internet creato ad hoc, primariecentrosinistrabari.com, per seguire in diretta l’evento e poter spulciare la documentazione, il regolamento e il “contratto” che Laforgia e Leccese avrebbero dovuto firmare ieri per sancire il patto di alleanza al termine delle operazioni di voto. Il comitato organizzatore si preparava ad accogliere, con i 60 scrutatori volontari, almeno 15mila persone ma l’obiettivo non dichiarato era quota 20mila. Per questo motivo, e per sicurezza, erano state stampate 25mila tessere. «Sino a giovedì pomeriggio alle 18 – ci raccontano gli organizzatori fronte Pd – non avevamo sentore di annullamento, anzi eravamo nel comitato di Laforgia per sistemare gli ultimi dettagli». Mezz’ora dopo la doccia fredda cascata giù attraverso le parole di Giuseppe Conte. La delusione serpeggia anche tra chi queste primarie le ha materialmente organizzate, spendendo del tempo, oltre che fatica.

Il commento

«Le primarie – racconta Paolo D’Attolico, componente del comitato organizzatore - che si sarebbero dovute tenere questa domenica non si celebreranno più.

Sono state due settimane iper frenetiche, fatte di giornate senza fine, di mille mila messaggi whatsApp e di chiamate in serie. Per chi non ha mai organizzato una cosa simile è difficile comprendere quanto sudore, tempo personale, rinunce e soldi costi mettere in moto una macchina del genere. Organizzare le primarie è un lavoro di mediazione infinito, di scrittura e riscrittura, di conoscenza di norme e di meccanismi che si acquisiscono in anni di militanza. Ci aspettavamo oltre 20.000 votanti, motivo per il quale era per noi imprescindibile un rispetto meticoloso della normativa privacy». Erano stati coinvolti professionisti (avvocati, informatici) per garantire la sicurezza del voto e dare un nuovo corso ai “gazebo”: «Avremmo raggiunto – dice D’Attolico - un nuovo standard di celebrazione delle primarie, avremmo fatto scuola in tutta Italia, rappresentando un modello che sicuramente avrebbero copiato. Ma tutto questo non è bastato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA