Dalla Fiera imprese e sindacati lanciano l'appello al governo: «Ora serve concretezza»

Dalla Fiera imprese e sindacati lanciano l'appello al governo: «Ora serve concretezza»
di Maurizio TARANTINO
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Lunedì 11 Settembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 12:07

Più concretezza nell’opera del governo. Lo chiedono i sindacati ma anche i rappresentanti di categoria artigiani e dell’industria, a margine del discorso del vicepremier Matteo Salvini alla Fiera del Levante. Un intervento giudicato timido, anche alla luce delle cifre sul tavolo riguardanti in particolare il Pnrr. Insomma la richiesta è quella di prestare maggiore attenzione al Sud nel campo del lavoro come previsto dall’agenda istituzionale della premier Giorgia Meloni.

Le imprese


«L’intero Paese può migliorare la sua situazione solo attraverso uno sviluppo equilibrato del Sud», premette il numero uno di Confindustria Puglia Sergio Fontana. «Abbiamo davanti una prova formidabile da superare: impiegare presto e soprattutto bene, le poderose risorse del Pnrr. Non possiamo sbagliare e perdere tempo. Abbiamo necessità di una reale dotazione infrastrutturale materiale e immateriale per il Sud; così come non possiamo più aspettare che si intervenga sui temi della semplificazione amministrativa, della valorizzazione del capitale umano e del credito alle imprese. Al centro delle politiche nazionali e regionali dovrà essere messa l’impresa per garantire al nostro Paese e alla Puglia una rapida ripresa. Auspichiamo concretezza nel dare conseguimento a questi obiettivi e condividiamo l’importanza di una concertazione ampia e sinergica con tutto il partenariato economico e sociale».
Provocatorio il commento del presidente reggente di Confindustria Lecce, Nicola Delle Donne. «Prima di avere dovremmo chiedere. Per superare il gap logistico di un angolo del Paese - sottolinea - avremmo dovuto fare richieste fondate e puntuali, opere sovracomunali, interventi a largo respiro. Invece non c’è stata una progettazione, una visione d’insieme. Manca una politica territoriale efficace, per questo sembra che non ci sia alcun tipo di risultato». 
Il presidente dell’Ance Bari e Bat Nicola Bonerba, pur accogliendo con entusiasmo la linea proposta dal ministro Salvini, ovvero quella di realizzare un ammodernamento del Paese investendo sulle infrastrutture, fa notare: «Auspicavamo però una programmazione concreta su quelli che sono i temi dolenti del bonus, del superbonus  e dei crediti incagliati per quasi 30 miliardi; sono ben 30 mila le imprese in difficoltà. Si era preannunciata la realizzazione di una piattaforma che avrebbe dovuto smaltire questi crediti incagliati ma ad oggi non ci sono novità a riguardo; resta, quindi, la preoccupazione su come sfruttare queste opportunità insieme alla grandissima difficoltà nel reperire manodopera».
«Nulla di nuovo», taglia corto il presidente di Legacoop Puglia Carmelo Rollo. «Francamente ci aspettavamo qualcosa di più. Ci aspettavamo sì un elenco delle opere iniziate e di quelle in via di realizzazione, come ci ha illustrato il presidente Emiliano, ma anche che si parlasse delle tante criticità ancora in piedi e delle strategie da adottare per risolverle. Una tra tutte l’emergenza socio sanitaria che, se non si interverrà immediatamente, porterà alla chiusura delle Rsa e delle strutture sanitarie di prossimità. Esiste anche una Puglia che soffre la carenza di servizi alle persone e alle comunità, esistono comuni che non hanno presidi sanitari, né strade e non sono mete turistiche. Eliminare questa parte dal racconto della Puglia, vuol dire offrirne una visione irreale o quantomeno parziale».
«Tutto quanto assicurato dal ministro Salvini ricade nelle possibilità previste dal Pnrr», spiega Francesco Sgherza (Confartigianato Puglia). «Si tratta di fondi che devono essere utilizzati al meglio e il 40% spetta al Sud come da indicazioni della Ue.

Le opere che sono state annunciate si realizzino, partendo però dall’immediato, dalle scuole e da altre infrastrutture, come le ferrovie. L’alta velocità si ferma a Bari, ci manca tutto il resto. L’altra cosa sono le riforme, la giustizia civile la pubblica amministrazione, la semplificazione, sono tutti passaggi propedeutiche che ci farebbero avere fondi dall’Ue. Anche la Zes unica per il mezzogiorno è un obiettivo importante, speriamo si realizzi in tempi brevi». 

I sindacati

Critici i sindacati che rispediscono al mittente la “retorica” del ministro. «Nessuna risposta alle istanze tutte condivisibili poste dai rappresentanti istituzionali pugliesi commenta Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia-. Dice che sono i ponti e le strade che uniscono, ma sono proprio quelle le risorse sottratte ai territori e necessarie per lo sviluppo. Il caso della rimodulazione del Pnrr e del Fsc è emblematico. Un intervento che non centra il disagio del Paese, i problemi che vivono le persone quotidianamente, soprattutto lavoratori e pensionati». E poi ancora un affondo sul lavoro. «Si parla solo di voucher, con i contratti a termine senza fine -continua-. Così come non basta per quanto giusta la tassa sugli extraprofitti bancari per parlare di redistribuzione e sacrifici di chi ha di più per chi ha meno. Nello stesso tempo si mette mano al fisco a vantaggio dei redditi più alti, premiando gli evasori. Parla di Italia più unita il rappresentante di quel partito del nord che spinge sul progetto di riforma di autonomia differenziata che andrà invece ad aumentare i divari tra territori, in termini di esigibilità di diritti fondamentali da quello alla salute, al lavoro alla casa. Non basta mettere la parola sud in un decreto per dire che si sta operando a favore del Mezzogiorno, si sta anzi negando risorse e responsabilità alle classi dirigenti locali». E di lavoro, secondo la Uil, si è parlato poco e senza concretezza alla Fiera del Levante. «Un problema che chiama il Paese ad avere una coscienza civile è la sicurezza nei luoghi del lavoro - ha dichiarato Gianni Ricci, di Uil Puglia -. Non possiamo pensare che ogni anno ci sono oltre 1.200 morti nei luoghi di lavoro. Si è persa l’occasione per portare all’attenzione nazionale le istanze della Puglia, tra cui le infrastrutture abbiamo bisogno di una rete che, associata alla Zes unica per il Meridione, consenta alle aziende di investire sul territorio creando nuova e sana occupazione». Passare ai fatti quindi, per il rilancio del Mezzogiorno secondo la Cisl Puglia. «Le rassicurazioni sulle infrastrutture per il rilancio dello sviluppo del Mezzogiorno sono opportunità positive - così il segretario generale della Cisl Puglia, Antonio Castellucci -, ma adesso la Cisl auspica una governance partecipata con il governo anche per ciò che riguarda il Decreto Sud. La nostra regione ha grandi e tante potenzialità, noi l’abbiamo sempre definita una grande piastra logistica al centro del Mediterraneo, e per diversi motivi strategici-logistici può diventare sempre più uno snodo di un grande hub energetico nazionale ed europeo». E ancora. «Abbiamo necessità di realizzare e completare al più presto - conclude - tutte le opere infrastrutturali pugliesi programmate, perché significa rendere da subito un territorio come la Puglia competitivo e decisivo all’interno di un processo nazionale di rilancio del settore edile e industriale, come di altri settori oggi importanti per l’economia della Puglia e del Paese come l’agroalimentare, la logistica e il turismo».

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