Avetrana aspetta Misseri (che per ora non arriva). L'amico: «Pronto ad ospitarlo»

Via Deledda ad Avetrana
Via Deledda ad Avetrana
di Nazareno DINOI e Francesca SOZZO
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Domenica 11 Febbraio 2024, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio, 14:09

Michele Misseri ha lasciato il carcere di Borgo San Nicola a Lecce e secondo indiscrezioni dovrebbe essere diretto ad Avetrana, in via Deledda già assediata dalle prime ore del mattino dai giornalisti. Divieto di accesso alle auto, secondo quanto previsto dall'ordinanza del sindaco Antonio Iazzi. Tuttavia sono in tanti stamattina ad attendere l'arrivo di "zio Michele" nei pressi della villetta dove Misseri tornerà a vivere.

L'amico di infanzia

«Per me non è stato Michele, lui è sempre stato buono. Per me non è stato lui, quello che dice non è vero». Così Vincenzo Romano, un amico d'infanzia di Michele Misseri, che questa mattina si è presentato davanti alla villetta in via Deledda 22, ad Avetrana, dove fu uccisa Sarah Scazzi, avendo saputo della scarcerazione di "zio Michele" che ha scontato una condanna a 8 anni di reclusione per la soppressione del cadavere della nipote, e ha beneficiato di una riduzione detentiva di 596 giorni.

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La casa pulita

Secondo indiscrezioni nella villetta di via Deledda nella giornata di ieri - 10 febbraio - è stata riattivata la corrente e una cognata di Michele Misseri si è preoccupata di rendere la casa vivibile visto che era disabitata da anni.

Non è escluso però che Misseri possa trascorrere qualche giorno a casa di un amico, forse proprio Vincenzo Romano, prima di rientrare nella villetta di via Deledda.  

Vincenzo pronto ad accoglierlo

«Sono contento - ha detto Romano, assediato dai cronisti - del ritorno in libertà di Michele. Gli ho scritto più volte, quasi ogni mese, mi ha raccontato la sua vita in cella, che cucinava per gli altri detenuti. Nelle lettere non parlavamo della vicenda giudiziaria anche se lui ha ripetuto in tv di essere il colpevole. Lo sto aspettando, se vuole può venire a casa mia. Può darsi che l'abbia preso mio figlio dal carcere ma ho saputo anche che si era offerto un prete di accompagnarlo». Nelle lettere, Michele gli «chiedeva dei suoi terreni. Quando arriva qui - ha detto Vincenzo Romano - si occuperà prima di tutto di sistemare la casa. Penso che voglia venire a vivere qui. Mai una parola comunque su moglie e figlia. Diceva che era stato male in carcere, ma ora potrà tornare a lavorare nei campi, a cui continua a tenere molto». 

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