Minacce alla magistrata, al vaglio i video. Analisi sul coltello e sulla scritta

Minacce alla magistrata, al vaglio i video. Analisi sul coltello e sulla scritta
di Roberta GRASSI
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Domenica 4 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:35

Primo punto, i filmati delle telecamere della zona. Il passaggio di auto, persone a piedi, mezzi di altro genere potrebbe non essere sfuggito ai dispositivi elettronici che sorvegliano l’area. Secondo punto, il movente: non è scontato che l’ultima, gravissima, minaccia giunta all’indirizzo della giudice Maria Francesca Mariano vada connessa con le precedenti che sono state ricondotte a qualcuno dei componenti di un clan Scu operativo nel Brindisino. In corso, le analisi sul coltello da macellaio e sulle impronte che potrebbero essere rimaste sul manico oltre che sulla grafia della scritta “Così”. 

Le indagini


Le indagini della Squadra mobile e della Digos di Lecce vanno avanti senza soluzione di continuità. Si parla del grave atto intimidatorio avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì a Lecce: davanti alla porta della propria abitazione, all’apice della scala, la magistrata ha trovato una testa mozzata di un capretto con una lunga lama infilzata trasversalmente.

Il macabro avvertimento era adagiato su un pezzo di cartone sul quale c’era scritto: “Così”. L’allarme è stato lanciato dalla stessa destinataria attorno a mezzanotte e un quarto. A insinuarle il sospetto che ci fossero movimenti strani, un insolito lamento di gatti. Sul posto gli agenti della questura che hanno effettuato i rilievi e sottoposto a sequestro il materiale. 


Gli investigatori, a quanto si apprende, tengono in considerazione diverse piste. Indagano, coordinati dalla procura di Potenza, per cercare di comprendere quale sia l’ambito di origine dell’ultimo messaggio. Non trascurano la circostanza che da luglio a oggi ci siano stati altri eventi dello stesso genere: ad agosto alcune lettere di minacce e il ritrovamento di foto in carcere. A novembre, poi, missive recapitate in tribunale e scritte col sangue. Tutto firmato e tutto riconducibile, si diceva allora, a personaggi coinvolti in una maxi inchiesta sulla Sacra corona unita brindisina. In particolare il clan Lamendola - Cantanna, su cui si era abbattuta la scure delle misure cautelari nel luglio precedente. Gruppo a cui apparterrebbero in tutto 38 persone per cui il pm della Dda, che pure ha subito minacce e anche un’aggressione durante un interrogatorio, ha invocato il rinvio a giudizio. L’udienza preliminare è stata fissata per il 6 marzo. In seguito, dopo la cattura di uno degli elementi di vertice, c’è stata la presa di distanza del presunto “boss” rispetto alle inquietanti esternazioni che avevano interessato pm (Carmen Ruggiero) e gip. L’ultimo degli avvertimenti non è firmato e non è stato in alcun modo rivendicato. Per questo motivo gli addetti ai lavori non escludono anche l’ipotesi che possa giungere da altra mano. Sebbene anche questo non sia stato ancora appurato con assoluta certezza. La giudice Maria Francesca Mariano, come la collega Ruggiero che stavolta non è stata destinataria di intimidazioni, svolge attualmente funzioni di gip distrettuale a Lecce, con competenza sui territori di Lecce, Brindisi e Taranto. È stata applicata al dibattimento, anche dopo il trasferimento, per seguire il delicato processo su presunte violazioni rilevate nella realizzazione del gasdotto Tap che, a quanto si apprende, dovrebbe essere assegnato ad altro magistrato. Ha composto da giudice a latere la Corte d’Assise, occupandosi dei processi per omicidio che si sono celebrati a Lecce. Ha seguito procedimenti sulla criminalità organizzata. 

La magistrata


Mariano, inoltre, è autrice di libri e testi teatrali. Persona molto attiva nella diffusione della cultura della legalità in incontri e manifestazioni che coinvolgono le scuole e la società civile. Un impegno a tutto campo che, in qualche modo, è finito nel mirino di qualcuno a cui tanta dedizione dev’essere risultata sgradita. La gip è sotto scorta dallo scorso agosto. Le misure di tutela che erano subito state previste nel corso delle prime riunioni che si erano tenute in prefettura sono state irrigidite venerdì mattina, dopo un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato in tempi record dal prefetto Luca Rotondi. 
Sotto protezione anche la collega pm Carmen Ruggiero, che continua a seguire delicatissime inchieste sulla Scu salentina e brindisina. Come si diceva, l’ultimo capitolo dell’escalation al terrore non l’ha per fortuna coinvolta. 
Sull’intera serie di minacce, ora, indagano anche la Mobile e la Digos di Lecce. Il coordinamento è della Procura di Potenza, trattandosi di un fascicolo che riguarda - quali persone offese - magistrate del distretto di Lecce. Gli elementi raccolti vengono prontamente comunicati all’autorità giudiziaria, per giungere il più rapidamente possibile a una soluzione del caso.

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